Porsche - Con la testa e con il cuore

Con la testa e con il cuore

Da ottobre 2014, Frank-Steffen Walliser è il responsabile Motorsport Porsche. Un ingegnere che ha le corse nel sangue, proprio come lo sviluppo di serie.

Fin dai gemelli sui polsini Frank-Steffen Walliser si presenta come un ingegnere abituato a superare frontiere. Sono due piccole silhouette in argento di una vettura sportiva, facilmente riconoscibile come la 918 Spyder. Quella Porsche, appunto, che unisce in sé il DNA di due mondi, quello del motorsport e quello della tecnologia di serie. Lo stesso vale per l’uomo che indossa i gemelli, come lui stesso, sorridendo, ammette: «Nel mio cuore ci sono due coppie di atrio e ventricolo, a destra e a sinistra – la prima batte per lo sport, la seconda per la produzione di serie». Insieme fanno scorrere il plasma vitale di ogni vero appassionato purosangue Porsche. E assolutamente indispensabile nelle vene di chi, dallo scorso ottobre, dirige il motorsport della Porsche AG ed è quindi responsabile delle attività nello sport GT e delle vetture sportive di serie GT in tutto il mondo.

In viaggio tra i due mondi Frank-Steffen Walliser lo è, comunque, sempre stato. Il prossimo 1o aprile celebrerà i 20 anni di attività professionale alla Porsche: nel 1995 entrava al Centro di Sviluppo di Weissach come studente universitario di costruzioni meccaniche. Il suo interesse principale era rivolto ai motori a combustione, in combinazione con la gestione tecnologica come materia di studio. Conoscenza e passione insieme gli fruttarono nel 2003 l’incarico direttivo di responsabile della Strategia per il Motorsport in Porsche. La RS Spyder sviluppata con la sua collaborazione aveva ottenuto tre titoli di squadra e piloti nelle American Le Mans Series. Sulla spinta di questo «rodaggio» si era quindi ritornati allo sviluppo di serie. Come responsabile dell’intero progetto, l’oggi 45enne ingegnere ha portato la rivoluzionaria supersportiva 918 Spyder alla produzione di serie, e al giro record sul Nürburgring. «Nello sviluppo di serie si affrontano processi tecnici complessi. Anche qui, però, sono richieste alta velocità e concentrazione, le esigenze non sono perciò così diverse», dice Walliser parlando delle proprie sensazioni rispetto alla tecnologia in gioco. La maggiore differenza consiste nell’elevata componente emozionale in più durante le gare, sebbene il responsabile Motorsport sia in grado di riassumere questo compito con grande sobrietà: «Si tratta di realizzare dal punto di vista tecnico e organizzativo le condizioni per una vittoria».

Nel suo nuovo ruolo, è insieme manager, tecnico e tattico. Diversamente che nel caso della RS Spyder, Frank-Steffen Walliser è ora responsabile non solo per i team ufficiali, ma anche per tutti i clienti Porsche. Alla sua prima uscita nel nuovo incarico, si è subito confrontato con il mondo del motorsport, perché in quello stesso weekend ad Austin in Texas era alla partenza il più grande team ufficiale Porsche della storia: «È stata subito un’overdose, ma incredibilmente gratificante». L’analisi precede sempre la soddisfazione. «Devo essere in grado di leggere lo svolgimento di una gara e poi trarne le conclusioni corrette», così spiega le diverse sollecitazioni del ruolo. Queste possono essere decisioni rapide sul circuito, che però si basano su un meticoloso lavoro preliminare. Lo sport GT è la patria di Porsche, ma i campionati corrispondenti, come il World Endurance Championship FIA (WEC) o il Tudor United SportsCar Championship (IMSA) sono il duro terreno di sfida di molti produttori. «Anche nella produzione di serie ci sono naturalmente concorrenti, ma di rado così diretti. Motorsport è sinonimo di prestazione messa a punto», dice Walliser del suo nuovo – e vecchio – ambiente di lavoro. Dall’espressione del suo volto si comprende quanto consideri seriamente questa sfida.

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Analitico: Walliser legge lo svolgimento della corsa e ne trae poi le sue conclusioni

Lo stesso vale per la sua responsabilità imprenditoriale, perché nel reparto corse del centro di sviluppo di Weissach nascono anche le versioni GT di Porsche per la strada, ad esempio della Cayman GT4. Questo aspetto del suo lavoro abbraccia tutti i settori classici di una casa automobilistica, dallo sviluppo alla produzione e alla vendita, fino al post-vendita, con un volume di circa 3.000 vetture l’anno. «In questo modo ho sempre ancora un piede nella produzione di serie», spiega Walliser. Il compito di assumere la successione di Hartmut Kristen, che dopo dieci anni in questo ruolo diventerà consulente del Consiglio di amministrazione per lo Sviluppo, appare tagliato su misura per lui. «Essere assieme responsabile del motorsport e della produzione di serie ha un fascino tutto particolare. Un lavoro così non esiste in nessun’altra parte del mondo». Durante l’inverno ha avuto modo di strutturare nuovamente il proprio reparto. Walliser, a capo di 280 collaboratori, crede molto nel gioco di squadra, e descrive l’obiettivo del proprio team nel più puro slang delle corse: «Far volare la macchina!» Il motorsport si sta trasformando e, presto, energia elettrica ed efficienza giocheranno un grande ruolo. Porsche è in prima linea e ha già alle spalle cinque anni di lavoro pionieristico con la 911 GT3 R Hybrid. Anche in futuro si tratterà di definire e perseguire queste tendenze, per portarle poi al successo con la corretta classificazione nella rispettiva classe di potenza. Questo richiede un talento sia tecnico sia tattico.

Da bambino, Frank-Steffen Walliser non ha mai pensato di voler diventare un pilota. «Per me, le auto sono veloci nella mia testa», dichiara, e questo vale tuttora. Tuttavia, ammiccando con gli occhi, confessa che le prime parole da lui pronunciate da bambino sono state, nell’ordine: auto, mamma, papà. A sedici anni prese forma seriamente il desiderio di fare «qualcosa con le automobili» come futura professione. Lavorare per Porsche era allora un sogno lontano, tanto quanto lavorare nel motorsport. E all’improvviso tutto fu vicinissimo, Walliser era proprio lì al centro. Le emozioni, che nel motorsport giocano un ruolo particolare, non sono per lui, come ingegnere e dottore di ricerca, una contraddizione: «Un’auto, tanto più una Porsche, è sempre qualcosa di emozionale. Tutti godiamo della tecnica, che è un vero divertimento». Che gli uomini delle corse siano degli esseri umani a parte? «Nessuno intraprende per caso una professione soggetta a queste sollecitazioni, è una decisione consapevole», afferma Frank-Steffen Walliser. La cosa che però lo ha sempre particolarmente affascinato ed entusiasmato nel motorsport è che «noi viviamo in un mondo dove in molti campi ci sono sempre più gradazioni di grigio. Ma sul circuito le cose sono bianche o nere. Dopo la bandiera di arrivo ho sempre un risultato chiaro. Non ci sono proprio scuse».

Testo Elmar Brümmer
Fotografie Rafael Krötz