«Una Porsche deve appassionare, sempre»

«Una Porsche deve appassionare, sempre»

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Matthias Müller, presidente del Consiglio di amministrazione della Porsche AG, parla con Christophorus del fascino esercitato dal marchio della Casa e della sfida insita nel gestire la crescita dell’azienda.

Signor Müller, sono ormai più di quattro anni che ha assunto la presidenza di Porsche. Qual è il suo personale bilancio di questo periodo?
Matthias Müller: Alla Porsche mi sono sentito a mio agio fin dal primo giorno e finora questo stato d’animo non è cambiato. Porsche è un marchio premium affascinante, un’azienda del tutto speciale con prodotti unici e uno staff altamente motivato. Avere l’onore di guidare una manifattura di vetture sportive storica come questa verso un glorioso futuro è un compito impegnativo ma stupendo, che mi dà molta gioia.

Qual è a Suo parere la peculiarità di Porsche?
Prima di tutto senza dubbio le vetture sportive affascinanti che produce. Sia che le si guardi semplicemente da fuori sia che ci si sieda al volante e le si guidi, le sportive Porsche risvegliano sempre emozioni positive. Ogni singolo modello riflette l’attività e le idee pioneristiche di Ferdinand e Ferry Porsche, il mito del nostro marchio e le innumerevoli vittorie nel motorismo. Anche la nostra cultura aziendale è qualcosa di molto speciale. Lo spirito di squadra, l’impegno con cui ogni dipendente svolge il proprio lavoro, l’amore per i dettagli e la fierezza davanti al prodotto finito: tutto questo si percepisce con la stessa intensità sia a Weissach che a Lipsia o a Zuffenhausen. E non va dimenticata la particolare fedeltà dei nostri clienti. L’identificazione con il marchio in tutto il mondo è unica. Anche persone che non possono permettersi di possedere una delle nostre sportive, provano una forte simpatia per Porsche.

Negli ultimi quattro anni Porsche, sotto la Sua guida, ha sperimentato una crescita impressionante. Quando si può dire di aver raggiunto il limite della crescita?
Finché riusciamo a pianificare scrupolosamente la nostra crescita prevenendone i rischi, ad adeguarci con flessibilità alle richieste del mercato e a prodigarci con coerenza per preservare i valori del nostro marchio, non vedo cosa possa limitare il nostro successo, posto che la congiuntura globale continui a svilupparsi lungo l’attuale rotta di stabilità. È chiaro che sul lungo termine Porsche resterà un marchio premium, non aspiriamo a diventare un costruttore di massa.

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Il numero uno di Porsche Matthias Müller ha molti motivi per guardare al futuro con fiducia

Comunque da quando Lei ha assunto la carica le vendite delle auto sono più che raddoppiate.
Cresciamo creando valore, per mantenere l’azienda sulla scia del successo con un ritorno positivo in termini economici. L’aumento degli esemplari venduti è solo il risultato della nostra strategia, non l’obiettivo primario e tanto meno un qualcosa di fine a sé stesso. D’altra parte il fatto che anno dopo anno ci siano sempre più persone che scelgono una sportiva Porsche, è senz’altro una conferma positiva dei frutti del nostro lavoro.

Non c’è il rischio che sul lungo termine questo minacci l’esclusività?
Per Porsche l’esclusività è un valore di marchio assolutamente determinante, che certamente non metteremmo mai in pericolo alla leggera. Provi a pensare alla quota detenuta da Porsche nel mercato mondiale delle autovetture, attualmente inferiore allo 0,3 percento. Ciò significa che ogni 1.000 vetture nuove su appena due o tre spicca l’emblema Porsche. Sono cifre che ci permettono di crescere ancora senza pregiudicare l’esclusività del marchio, soprattutto sui mercati del futuro, con una densità di Porsche ancora ridotta.

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Il cambio climatico pone l’industria dell’automobile di fronte a sfide enormi. In tutto il mondo si stanno fissando obiettivi molto ambiziosi per le emissioni di CO2. Come reagisce Porsche?
La mobilità deve produrre un basso impatto ambientale e puntare a un impiego sostenibile delle risorse. Porsche reagisce a quest’esigenza con risposte conseguenti e sostenibili, abbinate all’affascinante esperienza di guida sportiva che caratterizza il nostro marchio. Come produttore di vetture sportive high-perfomance dobbiamo senza dubbio impegnarci a fondo per contribuire adeguatamente alla riduzione del CO2, ma oggi, con il programma Porsche Intelligent Performance, siamo su una buona strada.

Cosa significa in concreto?
Puntiamo sulla nostra forza innovativa e sull’ulteriore espansione della nostra leadership tecnologica nel campo dei sistemi ibridi. Porsche è stato il primo costruttore a offrire nel segmento delle auto di lusso una limousine sportiva con un’innovativa trazione ibrida plug-in, la Panamera S E-Hybrid. Questo nel 2013. Oggi, a questo programma si sono aggiunte anche due supercar, la 918 Spyder e la Cayenne S E-Hybrid. Siamo quindi l’unico marchio che offre già, in tre diversi segmenti premium, modelli molto attrattivi dotati di un avanzato sistema ibrido plug-in. Parallelamente all’implementazione della trazione ibrida nei nostri modelli lavoriamo a pieno ritmo all’ulteriore ottimizzazione dell’efficienza dei nostri motori a combustione, cui dedichiamo un grande impegno. Fra le misure in cantiere vi è anche il downsizing dei propulsori turbo, ovvero una riduzione della cilindrata di pari passo con il miglioramento delle prestazioni grazie alla sovralimentazione. A ciò si aggiunge l’evoluzione tecnica nel campo della riduzione del peso dovuta a un uso intelligente delle leghe leggere. E qui vi sono anche effetti positivi sui consumi e sulle emissioni di CO2, oltre che sulla dinamica di guida.

Cosa possono aspettarsi i clienti in futuro dalla Porsche? Come potrebbe essere la settima serie?
Può stare certo che abbiamo ancora alcune buone idee in petto. È però indispensabile analizzare ogni concetto con la massima attenzione sotto diversi punti di vista. Quali sono le chance sul mercato? È un’idea che lega con i valori intrinseci di Porsche, è adatta ad integrare l’attuale gamma di prodotti? Ci permette di raggiungere nuovi clienti, senza spaventare i porschisti di vecchia data? Sono tutte domande cui è necessario dare una risposta prima di prendere una decisione.

Nel corso dello sviluppo di un progetto ci possono essere delle sorprese?
Sorprese sì, ma non negative. Non consideriamo senz’altro segmenti di mercato che non concordano con il marchio Porsche. Anche in futuro ci concentreremo sulle nostre eccellenze: lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di vetture sportive premium ad alto contenuto emozionale, con le quali continuare ad appassionare i nostri clienti. Può essere certo che, se il consiglio d’amministrazione dà il proprio ok allo sviluppo di un nuovo progetto, la vettura che ne viene fuori sarà sempre un’autentica Porsche.

Fotografie Deniz Saylan

Biografia

Da meccanico attrezzista a numero uno di un gruppo

Matthias Müller (61) è stato nominato presidente della Porsche AG a ottobre del 2010. Prima di passare alla guida della Porsche ha ricoperto la carica di mandatario generale alla Volkswagen nonché di responsabile del Management Prodotto per Volkswagen, Audi, Seat e Lamborghini. Müller, oriundo di Chemnitz e laureato in informatica, iniziò la sua carriera nel mondo dell’automobile con un apprendistato come meccanico attrezzista alla Audi.