Catania – Palermo
Testimoni importanti
Opere come la Fontana dell’Amenano del 1867 plasmano la storia e il volto di Catania.
Ai piedi dell’Etna, sui rilievi delle Madonie o tra i vicoli di Palermo: la Sicilia è come il mondo immagina l’Italia. Ospitalità, ottimismo e una particolare attenzione alle cose belle della vita sono l’anima del Meridione.
Silenziosissima, la polvere grigia si libra dal cielo azzurro, adagiandosi al rallentatore su Catania, ricoprendo edifici, strade, macchine. La nostra
La vivace Via Etnea consente di dare un’occhiata al punto dal quale ha origine la nebbia di polvere. Sopra l’Etna, le nuvole si innalzano dall’interno. Senza sosta, partono per il loro viaggio, ma non diminuiscono. Dal cratere che forma la sommità dell’Etna fuoriesce vapore sempre nuovo. Con i suoi 3.300 metri di altezza, è il vulcano attivo più alto d’Europa. Tutte le mattine, i catanesi guardano su e si domandano cosa avrà in serbo la giornata. Chiamano l’Etna «Mongibello», la montagna delle montagne. La parola fonde al suo interno il nome italiano e quello arabo per «montagna», raccontando al tempo stesso dettagli di Catania, della Sicilia e dei numerosi influssi culturali che hanno plasmato lo stile di vita del luogo.
La Fontana dell’Elefante del 1736
Mercato del pesce
La Pescheria in Piazza Alonzo di Benedetto.
Qui sono stati i Greci, i Romani, gli Arabi, persino i Normanni. Tutti hanno lasciato dei segni, ma è stata soprattutto la lava a forgiare l’isola dell’Italia meridionale. Al ristorante A Putia Dell’Ostello si vede bene. Poco lontano dal famoso mercato del pesce La Pescheria, che, circondato da antichi palazzi, propone ogni giorno prelibatezze del Mediterraneo adagiate su ghiaccio, si scende una stretta scalinata che porta a una grotta. Alla luce delle candele di opulenti candelabri, si mangia abbracciati da lava centenaria, respirando il passato di Catania. Rovina e rinascita, gusto e catastrofe.
Da qui, passando dal mercato del pesce e dalla famosa Fontana dell’Amenano, dove l’acqua zampilla dalle profondità della Terra, si arriva in Piazza del Duomo, dove si scorge immediatamente il simbolo della città: la Fontana dell’Elefante. Imponente e rassicurante, protegge Catania dalla lava.
Durante un roadtrip non possono mancare gli scorci panoramici sull’Etna.
Maestri in cucina
Al ristorante Me Cumpari Turiddu in Piazza Turi Ferro: la Sicilia è un paradiso per tutti gli amanti dei piatti di pesce tradizionali.
Roberta Capizzi conosce bene la storia della sua città natale. Per dieci anni ha lavorato come avvocato a Milano, per poi ascoltare la voce del suo cuore e tornare sull’isola, dove ha aperto un ristorante in Piazza Turi Ferro, che ha chiamato Me Cumpari Turiddu. Dal «compare Turiddu», gli ospiti si sentono come a casa di amici. Roberta Capizzi ha modernizzato la cucina siciliana con gusto e precisione. Al Turiddu, infatti, si sente davvero l’anima della Sicilia. Incredibilmente tradizionali eppure sorprendentemente diversi sono i sapori del couscous alla menta (gli influssi arabi), del crudo di pesce e dei cannoli, i famosi dolci siciliani alla ricotta. «Siamo fieri delle nostre radici», racconta Roberta Capizzi. «Ma guardiamo anche avanti. Ci siamo ritrovati spesso a terra e ci siamo sempre rialzati tutti insieme. Questo ci lega gli uni agli altri e alla nostra patria.»
Pittoresca e marittima
La cittadina costiera di Cefalù regala una meravigliosa triade fatta di montagne panoramiche, città storica e spiagge bianche lambite dalle acque turchesi del Mediterraneo.
Lava a profusione
La guida vulcanologica Antonio Rizzo si emoziona da decenni davanti all’Etna.
Una patria che include sempre anche l’Etna, incarnazione di preoccupazione e romanticismo al tempo stesso. Ed è il romanticismo che ci alimenta. La
«Andare in Sicilia è meglio che andare sulla luna», ha affermato una volta l’autore colombiano Gabriel García Márquez. Probabilmente si era trovato davanti una giornata come questa. Sulle scintillanti distese di neve bianca che rivestono i fianchi frastagliati della montagna si è posato un fine strato di cenere nera. Dopo Nicolosi, la Strada Provinciale 92, un’altra Via Etnea, sprofonda nella neve. Un percorso che Antonio Rizzo affronta da 37 anni, da quando l’Etna è il suo posto di lavoro. Dapprima come maestro di sci, oggi come guida vulcanologica. In pochi conoscono la zona meglio di lui. «Qui è tutto sempre in movimento», dice Antonio quando saliamo verso il cratere in funivia. A 2.500 metri si schiude un paesaggio che è meglio non esplorare da soli. «La montagna cambia costantemente. Sorgono sempre nuovi crateri e capita che qualche pendio collassi.» La montagna è viva. E, dopo poco meno di quarant’anni, ha ancora tanto da insegnare ad Antonio Rizzo. «Ogni giorno provo emozioni nuove quando la guardo», dice. Sotto i nostri piedi, da un piccolo buco fuoriesce vapore attraverso la neve. Si sente un minaccioso scricchiolio. E la bellezza è da togliere il fiato.
Coltre di cenere
Con la
Di pomeriggio, Domenico Moschetto, gestore del Rifugio Sapienza, ci racconta che il vulcano lascia sempre le persone col fiato sospeso. Nel suo alloggio, accoglie i viaggiatori con camere confortevoli e un ricco menù. Anni fa, un’eruzione ha distrutto l’hotel di Domenico sul versante settentrionale. Ora è tornato, stavolta sul pendio meridionale. «È la montagna del nostro destino», racconta il siciliano. L’Etna può tutto: essere pericoloso e consolare, arrabbiarsi e favorire l’agricoltura.
Una vecchia usanza ne testimonia l’importanza: se arriva la lava, si apparecchia la tavola, una bottiglia di rosso al centro e un piatto. L’Etna viene accolto come un ospite. Dopodiché, ci si mette in salvo.
La mattina dopo proseguiamo e continuiamo a seguire la cenere che cosparge di nutrienti minerali le colline circostanti, rendendole fertili e regalando lo speciale vino vulcanico. La Sicilia è la regione vitivinicola più grande d’Italia. Eccelsa la tenuta Cottanera, in posizione da sogno alle pendici dell’Etna. Dagli anni Novanta, la famiglia Cambria coltiva vitigni tradizionali come il Nerello mascalese, che solo qui ha il sapore che deve avere. Francesco Cambria lo definisce «un matrimonio tra la frutta e il suolo». Nel 2019, è stato eletto viticoltore dell’anno dal Gambero Rosso. «Il nostro vino è speciale in tutto», spiega. Qui il clima è più fresco rispetto al resto della Sicilia, il mare è vicino e il suolo è ricco di depositi minerari di roccia vulcanica.
Percorso mistico
Strade di montagna, la catena delle Madonie sullo sfondo, villaggi pittoreschi a valle. 116 anni fa, qui si svolse la prima edizione della
Segni storici sull’asfalto
Le tribune e i box alla partenza e all’arrivo colpiscono anche senza auto da corsa.
Proseguiamo verso il mare, costeggiando il litorale settentrionale in direzione ovest, passando dalla pittoresca Cefalù, con la sua spiaggia di sabbia e l’imponente fortezza del XII secolo. Nell’entroterra di Cefalù, ci aspetta il circuito più spettacolare del mondo. Dal 1906 al 1973, la
Ma il modo migliore di vivere il circuito della
Tradizione
Al mercato di Palermo si trovano specialità siciliane come le tipiche arancine.
Alle spalle di Collesano, il circuito della
Un’occhiata al teatro dell’opera di Palermo
Il Teatro Massimo costruito nel 1897 in stile neoclassico.
Ogni prima domenica del mese, l’ingresso ai musei di Palermo è gratuito. Ecco un consiglio da non perdere: il Museo delle maioliche «Stanze al genio» a Palazzo Gangi, dove Luchino Visconti girò il suo capolavoro Il Gattopardo. Un mondo spettacolare straripante di antichissime mattonelle maiolicate. Indimenticabile.
Quattro Canti
Nel bel mezzo dei tortuosi vicoli del centro storico, si trova Palazzo Brunaccini, un boutique hotel con un ristorante buonissimo nelle vicinanze: Da Carlo. Qui si può sentire l’anima profonda di Palermo e ammirare la più grande opera d’Italia: il Teatro Massimo in Via Maqueda. Una costruzione mozzafiato per voci spettacolari, simbolo della vita siciliana più sontuosa.
«L’Italia senza la Sicilia non lascia immagine alcuna nello spirito. Qui è la chiave di ogni cosa», scrisse Johann Wolfgang von Goethe nel suo famoso Viaggio in Italia. E noi l’abbiamo scovata, l’anima dell’Italia. La Sicilia.
Arrivo a destinazione
Ai Quattro Canti, l’elettromobilità moderna incontra palazzi barocchi.
Testo Frieder Pfeiffer
Fotografie Markus Bolsinger, Stefan Bogner
Massimo Borchi, Giuseppe Lombardo, Tullio Puglia, Reda&Co (tutte Getty Images)
Liubomir Paut-Fluerasu (Alamy)
gaemau, Brad Pict (entrambi Adobe Stock)